venerdì 22 agosto 2014

Kostis Fokas - Interview


Nei lavori di Kostis Fokas l'uso spiritoso del corpo umano nella sua interezza è usato come strumento di esplorazione e si propone di trasmettere le sue fantasie più intime attraverso la sua arte. Le sue fotografie sono colme di riferimenti alla sessualità, al movimento Dada, alla cultura pop, il tutto mischiato con una sana ironia che rende il suo lavoro quasi postmoderno in un continuo gioco stimolante tra spazio, corpo ed oggetti. Kostis è originario della Grecia, ma ora vive a Londra, dove crea le sue fotografie utilizzando la sua capacità innata di creare e catturare personificazioni del provocatorio nella forma umana. Impegnativo e sessualmente carico, il suo lavoro utilizza il corpo spogliato dei suoi vestiti, lasciato completamente esposto e arreso, come una metafora per la sessualità, la forza, e l'umanità. Nel suo lavoro credo che la rappresentazione sia spesso legata all'accettazione, dove a volte la sottomissione trasmette l'arrendersi a qualcosa di più grande e più potente di noi.
Cosa ricordi della tua infanzia in Grecia ?
Sono nato ad Atene in Grecia. Mio padre lasciò presto la famiglia così sono cresciuto solo con mia madre. Ho iniziato a disegnare più in là di quanto io ricordi, anche prima di andare a scuola. Ho continuato a disegnare cercando di migliorarmi. Ho sempre avuto questa passione, a cui mi sono dedicato molto fin da piccolo ed ero anche molto disciplinato. La pittura è stato anche uno dei motivi per cui ho trascorso molto tempo da solo, preferivo la solitudine, ero un bambino molto introverso. Non sono sicuro se fossi felice.
Oggi vivi a Londra, quanto è differente dal vivere in Grecia?
Atene non è sicuramente così piovosa, come è Londra (ride). Ma quando si tratta di arte una delle grandi differenze tra Atene e Londra è il livello di sperimentazione. Il mercato ad Atene è ancora piccolo e la gente ha paura di prendere rischi . La scena a Londra è anche molto più cosmopolita di quella di qualsiasi altro centro culturale europeo è molto competitiva, d'altra parte la vita ad Atene è molto più facile, più semplice e meno complicata, e ciò è buono.
Spagna, Italia e Grecia abbiamo tutti sangue mediterraneo che scorre nelle nostre vene, quanto di questo lato passionale pensi esca dalle tue opere?
Non so se sia per il sangue mediterraneo, so di certo che è la passione che mi guida sempre. Passione per le persone e per i rapporti. Sono contento che in questa fase della mia vita sto portando passione e disciplina nel mio lavoro. Tutto questo mi da forza per andare avanti ed essere una persona migliore.
Quando ti sei accorto che la fotografia sarebbe diventata il tuo mezzo d'espressione?
All'età di vent'anni avevo già una vasta collezione di pittura di ritratti femminili, un caro amico mi ha dato una macchina fotografica analogica una Praktica e così ho iniziato a fotografare con grande passione. Tutto è avvenuto senza alcuno sforzo, è stato come continuare a fare la stessa cosa ma con un supporto diverso. La verità è che sono interessato a qualsiasi forma d'espressione. Per questo motivo ho deciso di mettere me stesso davanti al mio obiettivo per la prima volta. Usare il mio corpo per esprimere la mia creatività è stato molto liberatorio, per me non conta con quale mezzo ti esprimi ma quello che si vuole comunicare attraverso il proprio lavoro. Per questo motivo non sento di definirmi un fotografo.
Ok. Ma mi spieghi come mai sei finito nel surrealismo?
Ho trovato che sia il Dada che il Surrealismo siano dei movimenti artistici molto intriganti. Preferiscono sempre ottenere intuizioni feconde da questo tipo di arte. Quando mi sono imbattuto nella glitch art è stato come scoprire un nuovo modo di esprimere tutto il surrealismo che c'è dentro di me ma con un'estetica diversa, ma molto vicina ai lavori che mi hanno ispirato. Non so bene quale sia la parte che collega tutte queste forme d'arte, ma da qualche parte lì in mezzo mi ci voglio trovare.
Devo dirti che mi piace che lasci l'interpretazione aperta per gli spettatori in modo che giungano loro stessi alla conclusione sulle tue immagini. Era qualcosa di premeditato o è scaturito naturalmente?
Quando si parla di arte per me nulla è programmato, ma diviene in maniera naturale. Penso all'arte come a qualcosa di personale e soggettivo. Quando creo per me è come se parlassi a me stesso, ma con l'intento di toccare anche altri. Potrei risponderti riguardo i miei pensieri e sentimenti ma non posso raccontarti di quelli degli altri. La verità è che con la mia arte non voglio dare tutte le risposte, ma preferisco che siano gli altri a porsi delle domande a riguardo e a darsi delle risposte.
Il lato sessuale delle tue foto lo trovo molto divertente, credo che sia come un piccolo tesoro per il tuo lavoro. Me ne parli?
La maggior parte delle volte ho raccontato le mie fantasie più profonde e le dipendenze nel mio lavoro. Anche se capisco che per alcuni le mie immagini possono risultare bizzarro e iper-sessuali, ma questo è il mio modo di accettarmi. Ho trascorso gran parte della mia vita a deprimermi riguardo le mie scelte personali. Uso la mia arte per liberarmi e per non essere più depresso.
Che cosa ti eccita davvero?
Uso il mio partner in molte delle mie foto, così quando abbiamo finito di scattare come è successo la maggior parte delle volte finiamo col fare sesso selvaggio. Questo mi eccita veramente, perché so già prima di scattare che finiremo così!
Credi che il fatto che la maggior parte delle volte non si vedano le facce dei soggetti, aiuti a raggiungere questo livello erotico?
Una volta qualcuno mi ha detto che vedendo alcune delle mie immagini ha provato un senso di disponibilità e di accessibilità del corpo umano proprio per il fatto che non si vedono gli occhi. Questo è esattamente quello che voglio esplorare con quelle immagini. Riguardo al livello erotico sono d'accordo con te. Credo inoltre che nelle mie immagini ci sia la proposta di sesso che è spesso correlata all'accettazione, per me la proposta di fare sesso è qualcosa che ho trovo particolarmente interessante, mi eccita e non mi dispiace farlo sapere.
Due parole che userei per descrivere il tuo lavoro sono "libero divertimento", che ne pensi?
La mia arte è l'unico posto in cui mi sento totalmente sicuro anche se mi espongo. È l'unico posto da cui non voglio nascondermi e mi esprimo con assoluta libertà. Sono d'accordo con te e ti ringrazio per averlo detto.
Prego. Come descriveresti la tua arte ?
Mi considero un nuovo artista e penso di avere ancora molto da imparare . Credo l'arte sia multidimensionale ed diventa significativa solo quando si confronta con un soggetto quale il sesso. Questo è ciò che voglio sperimentare ed evolvere in futuro. Vorrei poter rendere la mia arte più importante. Credo anche che l'arte debba essere spirituale tra le altre cose. In questo momento sto lavorando a questo livello, quindi ti direi che in questo momento la mia arte è spirituale.
Credi che si possa parlare di una nuova fotografia astratto-sessuale con opere come le tue e quelle di Ren Hang?
Grazie per aver accennato a questo. Ren Hang è uno degli artisti che ammiro moltissimo e mi ha ispirato molto. Trovo terribilmente interessante che egli viva in un paese che non accetta la sua arte e che quindi in un certo senso renda ancora più significativo il suo lavoro. Nel mio caso devo dirti che anch'io ottengo molte reazioni negative riguardo ai miei lavori, ciò con cui ho a che fare è il fatto che le persone non accettano il lato sconosciuto o bizzarro del mio lavoro. Se dobbiamo parlare di un nuovo filone fotografico e nello specifico di corpi nudi nella fotografia, allora vorrei che venisse riferita come un movimento che accetta la bellezza della diversità.
La tua famiglia o i tuoi amici che reazione hanno riguardo ai tuoi lavori?
La mia famiglia e i miei amici sono i più forti sostenitori del mio lavoro e tutto questo mi fa sentire bene!
Hai mai sentito la sfida di non attraversare la linea di accettabilità/pornografia quando hai lavorato ad un'immagine ?
Mi piace camminare su questa linea sottile. La mia dipendenza dal porno credo si manifesti chiaramente nei miei lavori e si percepisca quanto abbia influenzato il mio modo di creare. Ho del materiale inedito che non è mai stato pubblicato e che spero un giorno possa essere messo in mostra. In ogni caso credo che nell'arte non ci debbano essere dei limiti. Credo che se qualcuno osservi l'arte dentro dei limiti allora tutto perde di significato.
Hai visto qualcosa di recente che ti ha ispirato ?
Ieri ho guardato Marina Abramovic "The Artist is Present ", documentario sulla sua performance al MOMA che non avevo ancora avuto modo di vedere. Ciò che mi ha toccato di più è la sua dedizione all'arte. Non sapevo un sacco di cose su di lei, ma quello che ho trovato più interessante è che la sua arte era ed è ancora più importante della sua vita. Non ho mai visto qualcosa di più stimolante.
Di quale dei tuoi lavori ti senti più fiero?
Mi sento molto orgoglioso del fatto che negli ultimi due anni mi sono dedicato interamente ai miei lavori che mi danno una grande forza nell'andare avanti con la stessa passione che mi spinge ad esser un artista migliore.

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